GENITORI di ADOLESCENTI, i giovani adulti in gabbia

Uomini e Donne alla ricerca di un diverso approccio (IIIa parte)

Sappiamo ormai che il periodo della vita definito ‘adolescenza’ può essere riconosciuto a pieno titolo come un’età selvaggia durante la quale l’esperienza che ogni adolescente compie è la medesima per tutte le specie viventi (animali ed umana):

Fronteggiando 4 sfide, si maturano competenze fondamentali per superare a pieno titolo la pubertà.

Sono meccanismi di protezione, difesa o attacco, fisici e cognitivi, i medesimi per animali ed esseri umani. Scopriamo allora insieme l’ultima delle strategie:

Strategia numero 4

4a. Come lasciare il nido e prendersi cura di sé sviluppando fiducia in se stessi 

Andare via di casa segnala l’inizio della vita adulta per alcuni animali nell’età selvaggia. Altri restano nei territori dove sono nati ma assumono nuove responsabilità. 

In ogni caso, gli adolescenti e i giovani adulti acquisiscono sicurezza quando cominciano a provvedere a se stessi e agli altri 

(NATTERSON-HOROWITZ B., BOWERS K., L’età selvaggia – Adolescenza: il viaggio epico e ribelle che accomuna animali e umani, Edizioni Piemme, Roma, 2019, traduzione di ROSASCHINO)

La fase della dispersione

La fase adolescenziale che definisce il comportamento animale, ad esempio di lupi e puma che hanno vissuto fino a poco tempo prima con la famiglia di origine, è caratterizzata da un istinto potente all’indipendenza, vecchio milioni di anni, e definita “fase della dispersione”: 

è il processo di separazione in cui un giovane adulto diviene indipendente nel quotidiano. 

Modelli di dispersione umana si ritrovano, puntuali, nel mondo animale selvatico: gli opossum australiani se ne vanno dalla tana da un giorno con l’altro, 

mentre alcune varietà di uccelli rimangono talmente a lungo nel nido che i genitori si vedono costretti a non portar più loro il cibo, per costringerli a disperdersi!

 

asolescenza lasciare il nido

Foto di Alena Darmel

La dispersione informata

E’ normale nutrire timori a riguardo, si è giustificati nell’essere recalcitranti, perché è la fase più pericolosa della vita: si tratta di imparare a guadagnarsi da vivere.

Alcuni animali hanno una “dispersione informata”, ovvero preceduta da un puntuale addestramento da parte dei genitori:

Per alcuni i tempi sono molto lunghi, per altri più brevi, durante i quali si commettono errori, a volte ci si fa male ma si impara, pian piano, ad essere autosufficienti.

Per tutti gli adolescenti in natura è in ogni caso una fase stressante e faticosa, lo è in particolare modo per coloro che sono costretti ad allontanarsi da casa senza formazione genitoriale o da parte del branco.

Come l’acqua per gli elefanti

“Come l’acqua per gli elefanti” è il titolo di un bel film: non lo avete ancora visto? Vi consiglio di rimediare! Oltre ad essere davvero piacevole, mostra l’intelligenza e la sensibilità degli animali e degli esseri umani e come entrambi sono mossi da spinte emotive e sentimentali.

Forse non lo sapete, ma quando gli elefanti africani rimangono orfani, a causa dei bracconieri che uccidono i loro genitori, sono costretti a disperdersi senza esperienza e informazioni sufficienti. 

Da soli, spesso gli orfani muoiono di fame. Senza elefanti adulti che li guidano, mancano di capacità relazionali e tendono ad essere inclini al conflitto con gli altri elefanti;  

occasionalmente, sono violenti con le persone e altri animali, che possono per questo ucciderli: 

Penso alla devianza delinquenziale giovanile nella nostra epoca..

(cfr. di FROGGIO G., “La devianza delinquenziale giovanile. Analisi psicosociologico di un fenomeno complesso”, Laurus, Roma, 2014)

Ritardare il sorgere del sole

Certo, sarebbe bello chiedere al sole di non sorgere e cercare di procrastinare l’inevitabile dispersione: una prolungata immaturità, che posticipa i pericoli e le sfide dell’indipendenza, viene osservata in tutto il mondo naturale e porta talvolta a ritardare anche la riproduzione.

Per questo alcuni adolescenti in natura necessitano di una spinta verso l’autonomia, anche se non sempre i giovani gradiscono il sollecito; infatti alcuni mammiferi mettono in atto un meccanismo chiamato “regressione”:

mamma puma, per esempio, spinge il figlio ai margini del territorio e se ne va; 

il figlio la aspetta a lungo, finché capisce che lei non arriverà.

Il conflitto tra genitori e figli

Del resto, interessi di genitori e figli, nella fase dell’adolescenza o età selvaggia, non coincidono, di qui nasce il conflitto con la prole:

Il figlio vuole attenzione, cure e protezione, di fatto desidera monopolizzare le risorse genitoriali.

Quando il comportamento di madre e padre, dall’essere collaborativi ed incoraggianti, si trasforma, per stanchezza, in indifferenza o aggressività, ecco che nascono traumi e conflitti. 

Talvolta però i conflitti sono segno di insicurezza della prole: molti genitori sono in grado di comprenderlo, accogliendo ed agire di conseguenza;

in altri casi è il contrario e la strategia messa in atto è funzionale al risultato ottenuto

Ricorrere alla cattiveria parentale

 

Vi racconto delle aquile reali del parco nazionale del Donana, esempi eccellenti di “cattiveria parentale” a fin di bene! 

Madri e padri esemplari, nel trasmettere la proprio esperienza e nell’insegnamento, se i figli indugiano troppo nel nido adottano la strategia del conflitto:

li percuotono in volo dapprima leggermente, poi in un crescendo in picchiata, come fossero una preda, facendo loro perdere equilibrio e rimanendo insensibili alle invocazioni degli adolescenti. Finalmente, dopo qualche giorno di trattamento d’urto, i giovani pennuti comprendono i segnali e si allontanano dal nido.

In questo caso i i figli, minacciati dai genitori, acquisiscono maggiore sicurezza nell’arte del volo e, in breve tempo, maggiore abilità:

 è la lezione più intensiva che la giovane aquila apprende, da mamma e papà, prima di andar via di casa!

Lasciate la loro stanzetta in disordine?

Un altro caso significativo è costituito dai gruppi di cani randagi seguiti dai ricercatori nel Bengala: 

in India, le madri puliscono le tane dei cuccioli ma smettono di farlo a ridosso dell’età della dispersione dei figli adolescenti, perché si arrangino da soli; 

nel mentre, portano loro avanzi di cibo della spazzatura per cominciare ad abituarli a nuove varietà di alimenti, che troveranno nella nuova realtà che li attende. 

Dovremmo forse guardare un poco di più alle aquile e ai cani e solo un poco meno agli esperti del settore psico-educativo, impegnati ad escogitare nuove strategie, per evitare traumi ai figli e preservarne la salute mentale? La risposta ai posteri!

Che fatica procurarsi il cibo!

Noi occidentali, per fortuna molti di noi, abbiamo scordato che procurare il cibo regolarmente per sfamarsi, per alcuni mammiferi (animali e uomini) costituisce una sfida quotidiana.

Come se ciò non bastasse, mangiare sottrae risorse, tempo ed energie: 

Eppure questo è uno degli obiettivi principali per potersi considerare adulti, per ogni specie. 

È proprio la fame a spingere molti adolescenti umani a correre rischi: giovani in gravi difficoltà economiche, loro e le loro famiglie, che rubano, spacciano o si prostituiscono. 

L’insaziabile appetito adolescenziale, per animali ed esseri umani, ha a che fare con l’interazione genetico ambientale:

 prepara a resistere ai cambiamenti, adeguando anche il sistema immunitario.

Junk food che passione..

 

Cambiamenti di percezione sensoriale, durante l’età selvaggia, fanno in modo che gli animali sentano e vedano il cibo in modo differente:

Da qui, l’atto di rimpinzarsi di junk food, il cibo spazzatura tipico degli adolescenti.

Senza l’esperienza trasmessa dai genitori, diviene ancor più difficoltoso nutrirsi e mangiare sano: nella vista dei salmoni rossi, durante il periodo che caratterizza la loro adolescenza, i colori sbiadiscono;

non sono più percepibili la gamma degli ultravioletti (il più di ciò che mangiano i salmoni ha colori ultravioletti), proprio per potersi nutrire di una più vasta gamma di cibi. 

Chi ha fame sviluppa grinta

La fame genera ostinazione e tenacia, “una combinazione speciale di passione perseveranza che la psicologa Angela Duckworth chiama grinta. 

La grinta è tante cose: temperamento, predisposizione biologica, addestramento, facilitazione dovuta all’ambiente, con l’aggiunta del saper aspettare e saper cogliere l’opportunità. 

Secondo la Duckworth per gli essere umani raggiungere il proprio obiettivi richiede sforzo continuo, pratica e grande motivazione(NATTERSON-HOROWITZ B., BOWERS K., L’età selvaggia – Adolescenza: il viaggio epico e ribelle che accomuna animali e umani, Edizioni Piemme, Roma, 2019, traduzione di ROSASCHINO):

ricordate la giovane iena Shrink, nel primo articolo? 

Imparare cosa mangiare è, invece, una competenza che viene solitamente trasmessa dai genitori, in particolare dalle madri: insieme alla comunità, esse ‘passano’ agli adolescenti le tecniche di manipolazione degli alimenti

Mangio quello che mangia lui!

Ricordiamo anche che gli adolescenti si copiano e così è per anche gli animali.

I topi norvegesi san ben distinguere un cibo gradevole, che scelgono, da uno sgradevole, che lasciano, ma nella pubertà tendono a scegliere quello che mangiano i pari nel gruppo: 

le informazioni dei pari, sembrano essere più recenti di quelle dei genitori;

Se vengono trasmesse in un determinato ambiente, sono maggiormente aggiornate sui cambiamenti degli ecosistemi nutrizionali.

I morsi della solitudine

 

Anche il periodo di solitudine, relativo all’imparare a cavarsela da soli, è comune a lupi (e ogni specie) e uomini:

comprende anche sperimentare a gestire la sofferenza fisica e psicologica causata dalla mancanza di condivisione.

Ciò nonostante, le ricerche sugli umani sottolineano come un continuo senso di isolamento e disconnessione causino cambiamenti fisiologici negativi: 

è causa di infiammazione, immunosoppressione e peggioramento della funzione cardiovascolare; se protratto, allontana la felicità dalla propria vita.

A volte ritornano 

Anche nel mondo animale troviamo i figli boomerang: proprio come alcuni adulti che, una volta separati dalla famiglia appena formatasi, fanno ritorno a casa. 

Negli ambienti più pericolosi, ove vi è scarsità di risorse, i territori sono competitivi e le pressioni predatorie, se un giovane animale selvatico ha problemi nel procurarsi il cibo, i genitori di alcune specie animali si adoperano per procurarglielo:

Si tratta di un fenomeno chiamato “assistenza parentale estesa”; 

addirittura, le comunità di alcune specie di uccelli, invitano i giovani adulti a non disperdersi troppo presto ma ad indugiare nella famiglia per contribuire alla sicurezza dei fratelli, procacciando cibo come mentori, per garantire la sopravvivenza della specie e del gruppo.

Aiutati, che anche i genitori ti aiutano

Riconoscere i vantaggi e gli svantaggi dell’assistenza parentale estesa del mondo animale, può aiutare gli esseri umani a sviluppare una comprensione più realistica e magari indulgente di come e quando continuare a sostenere i propri figli adulti.  (Ivi, cit.)

Attraverso telemisurazioni satellitari, videocamere remote, rilevamenti con i droni, ecc. uno dei biologi della conservazione, monitorando alcuni giovani puma sulle montagne del Grand Teton in Wyoming, osserva 2 giovani puma, 1 maschio e 1 femmina la cui la madre viene uccisa dai bracconieri;

I cuccioli hanno solo 7 mesi, quindi prima che mamma puma abbia potuto trasmettere loro tutte le competenze relative alla sopravvivenza (solitamente 2 anni); essi per settimane patiscono la fame e uno dei due viene ritrovato scheletrico e raggomitolato su se stesso, morto.

Genitore è chi ti cresce

È allora che il ricercatore, in qualità di sostituto genitoriale degli orfani, offre lui stesso un’assistenza parentale estesa, evitandone la morte certa: 

chiede il permesso, al dipartimento a cui fa capo, di salvare l’altro cucciolo orfano affamato, la femmina rimasta in vita e, per farlo, le fa trovare sul percorso la zampa posteriore di un alce ucciso; 

il giovane animale mangia per 4 giorni di fila, trovando la forza di trasformarsi in un puma (ELBROCH M., biologo della fauna selvatica della UC Davis e Project Leader, associazione no profit per la conservazione dei felini selvatici). 

Nessuno si salva da solo

Oltre ad essere il titolo di uno splendido libro di Margaret Mazzantini, ci ricorda che il sostegno evita che la solitudine si trasformi in isolamento, con conseguenze irreparabili. 

La dispersione ha termine quando un animale adolescente trova casa in un particolare territorio. Talvolta alcuni animali adulti rientrano nell’età selvaggia, spinti a vagare dal desiderio, in cerca di avventure, rientrando nella dispersione, proprio come succede alla specie umana: 

ricalcano schemi precedenti ma con un nuovo bisogno di imparare un diverso linguaggio, per esprimere il desiderio tra nuovi pari. 

Le importanti lezioni di vita animale

Milioni di miliardi di animali, che hanno affrontato prima degli umani la fase della dispersione, possono insegnarci importanti lezioni:

  • imparare ad andarsene può essere utile
  • un fattore determinante per il successo di un animale è la natura del mondo nel quale si sta entrando: ricco o povero di risorse, poco o molto competitivo, affollato di predatori o sicuro
  • Abilità e grinta aiutano ma successi e fallimenti dipendono dal mondo in cui si avrà il privilegio o la sventura di approcciarsi: anche se non tutti, animali e umani vanno via fisicamente da casa
  • di solito l’indipendenza coincide con il potersi procacciare il nutrimento da soli; per vivere felici, è necessario imparare a darsi il giusto nutrimento di cui ognuno ha bisogno: quello che procura gusto e piacere. 

La scuola può insegnare trasversalmente

 

 

Le moderne scuole, che oggigiorno offrono una vasta gamma di istruzione, dovrebbero poter aiutare a sviluppare anche le basilari competenze relative a ciò che serve per essere autonomi, una sorta di praticantato di ciò che è stato insegnato.

Il primo passo è far comprendere agli adolescenti cosa davvero significhi imparare da soli a guadagnarsi da vivere:

ovvero legare un astratto concetto di carriera lavorativa con il compito essenziale a tutte le specie animali di procacciarsi cibo, nel nostro caso l’autonomia economica, contribuendo nel contempo al bene della comunità. 

L’intreccio tra natura e cultura

Dovremmo considerare gli atteggiamenti che abbiamo nella vita adulta, il frutto di un’intricata relazione tra natura e cultura.

La componente naturale è consistente ma c’è ampio spazio per influenze evolutive che includono – come dimostra la ricerca neurologica – i cambiamenti che manifestiamo nelle fasi successive della vita. Abbiamo il potere di influenzare il nostro destino ma dobbiamo volerlo”. (Ivi, cit.)

 

Riassumendo..1,2,3 articoli!

Per aiutare gli adolescenti può essere importante preparare loro il terreno, non solo insegnando storia e geografia ma conoscendo tutto ciò che in natura è a nostra disposizione:

la vita degli animali con i loro comportamenti, le loro sfide, i loro struggimenti; non è mai troppo tardi per tutelarli e proteggere da estinzione certa le specie viventi a rischio, invertendo il trend di sfruttamento delle risorse sulla terra! 

Certo è che chi bazzica la Cascina dell’Anima, è consapevole che non siamo materia cerebrale spalmata sul web ma individui fisici ed emozionali, anime incarnate in corpi con spinte specifiche, pulsioni e passioni in grado di discernere con sentimento.

È in questo modo che insegneremo non solo a noi stessi, ma anche ai nostri figli, a rispettarsi e ad rispettare il patrimonio che accomuna ogni specie vivente, utilizzando al meglio le spinte emotive ed evolutive che ci muovono, senza più temere di doverle subire.

Ti è piaciuto l’articolo? hai domande o curiosità? scrivilo nei commenti oppure a: animalmente@lacascinadellanima.it

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